Gay & Bisex
Overture all'intimità
di Femboy
29.11.2021 |
2.209 |
6
"Spingevo il culo indietro e strusciavo il pisello in avanti, eccitato, forsennato, e col pensiero a quel cazzone caldo, grosso e duro tra le mie piante..."
Avevo 12 anni credo.Eravamo a ridosso delle vacanze di Natale, e i miei genitori quel weekend non ricordo dove dovevano andare.
Avrei passato la notte a casa di una compagna di classe, da amici di famiglia di vecchia data.
Tutto regolare, era già successo.
Di solito dormivo in una piccola stanzetta adibita a ripostiglio/lavanderia, su di un comodo divano letto.
Arrivai a casa loro zainetto in spalla e suonai il campanello come di regola.
Mi apri un ragazzone di 17 anni circa, di carnagione scura, moro, dalle spalle larghe e qualche filo di barba.
Lì per lì pensai ad un errore, ma la mamma della mia amichetta corse a darmi sostegno all porta.
- Alessio, ben arrivato! Lui è Marco, il cugino di Serena. È venuto qui dalla Puglia per le vacanze di Natale!
Facemmo le presentazioni di rito, vinsi la timidezza, ci raggiunse anche la mia amichetta e passammo il pomeriggio a giocare alla play, fare merenda, chiacchierare un po', tutto in tranquillità.
Lo trovai simpatico, gentile, protettivo, disponibile a giocare con noi nonostante fosse più grande, dimostrasse 4-5 anni in più e fisicamente fosse già più di 180cm.
Dopo cena scoprii che avremmo diviso il divano letto.
Senza farmi troppi problemi andai in bagno per i lavaggi di rito, mi infilai il pigiama ed entrai in stanza.
Lui lo trovai sul letto, in maglietta e mutande.
Aveva le braccia grandi come avevo notato, ma le sue cosce erano muscolose e tornite, da atleta.
Chiusi la porta alle mie spalle.
Mi infilai a letto.
Guardammo un film, non ricordo quale, ma era divertente, ridevamo e facevamo battute cercando di non svegliare la casa.
Intorno alle 23 e 30 però il film era finito, e io preso dall'eccitazione tipica dei ragazzi giovani che passano la notte fuori, non avevo per niente sonno.
Lui capì, e accettò di fare ancora un po' di zapping in tv.
Inevitabilmente finimmo sulle reti regionali che a quell'ora trasmettono pubblicità erotiche, e a me, nella mia innocenza, tutti quei seni all'inizio suscitavano un po' di ilarità.
Poi l'ormone prese il sopravvento e percepii l'erezione nel mio pigiama.
Lui era in silezio, provai imbarazzo, e tirai a me la coperta per nascondermi.
Questi gesto scoprì lui però, e lo sorpresi con la mano nei boxer.
Aveva un pacco enorme, dai contorni visibili, stretto nella mano, sotto il cotone sottile dei boxer grigi.
Avevo gli occhi visibilmente sorpresi.
Non fece una piega.
Mi guardò, sorrise, e senza togliere la mano dai boxer mi chiese:
- sai cosa significa "smanettarsi" ?
-... no.
Risposi timidamente.
-sai come si fanno i figli?
Mi incalzò.
- s-sì.
Esitai.
- ecco, è la stessa cosa. Ma con te stesso. Lo prendi in mano lentamente, e fai sù e giù. Con calma, rilassandoti.
Imbarazzato, afferrai la mia erezione bollente da sotto il pigiama.
Goffamente, iniziai.
Era piacevole, sentivo un crescendo di piacere che non sapevo dove sarebbe arrivato, mentre guardavo le prosperose ragazze in tv.
Lui era al mio fianco, sentivo che ansimava e i suoi movimenti erano sempre più veloci.
-Ale?
- ohi?
- puoi tirarlo fuori se vuoi. Mettiti comodo.
- No.. mi vergogno...
- E di che? Siamo tra uomini!
Rise. Sorrisi, ma non mi mossi. Ero troppo imbarazzato.
- Come vuoi. Io però ce la faccio più.
Con una mossa rapida puntò i piedi, stese gli addominali e tirò su il sedere sfilandosi le mutande che gettò di fianco al letto.
Era nudo.
Si afferrò il cazzo con una mano, che svettava turgido, umido e viola, grosso, una grossa e lucida cappella prepotente, e con l'altra mano si teneva le palle, altrettanto grosse, e gonfie.
Un cazzo vero, da uomo, se paragonato al mio che ancora doveva sviluppare.
Iniziò a segarsi.
Io ero diventato rosso come un peperone, shockato dalla vista, con gli occhi sbarrati, sempre più imbarazzato ma inevitabilmente incuriosito.
Il mio pisello intanto pulsava e non sapevo che fare.
Cercai con disinvoltura di cambiare posizione per non guardarlo, e mi sporsi a pancia in giù, con la testa ai piedi del letto, gomiti puntati e mani sotto il mento, provando a distrarmi guardando le signorine in tv più da vicino possibile.
Con il bacino intanto mi muovevo su e giù e avanti e indietro, frizionando il mio pisello contro il letto, continuando la mia pseudo masturbazione.
Per mettermi ulteriormente comodo, mi spostai dal bordo del letto al centro, scavalcando la sua gamba sinistra, e mi ritrovai prono nel mezzo del materasso, fra le sue gambe divaricate.
Finalmente mi stesi, e quando capì lo sbaglio fatto, mi gelai.
I miei piedini erano finiti proprio lì, sul suo cazzo.
Sentivo il contatto fra i miei piedi gelidi, sotto le dita, e le sue palle bollenti. Sentivo lui che si masturbava, la sua asta dura e caldissima, che non risentiva del freddo contatto con i miei piedini freddi. Anzi.
Sbuffava, si posiziono' in modo tale che il suo enorme uccello fosse dritto tra le mie piante.
Io sono piccolo di statura, e credo che all'epoca il mio 35-36 a malapena raggiungeva il suo cazzo in lunghezza.
Non mi toccò minimamente, semplicemente continuò a masturbarsi, eccitato all'inverosimile, con i miei piedini poggiati sul cazzo.
E ce li avevo messi io.
Io stavo impazzendo, senza sapere perché, e avevo preso a inarcare il sedere all'indietro per continuare più velocemente la mia masturbazione contro il materasso.
Spingevo il culo indietro e strusciavo il pisello in avanti, eccitato, forsennato, e col pensiero a quel cazzone caldo, grosso e duro tra le mie piante.
Lo sentivo godere, ansimare, e io di riflesso godevo nel dare piacere e nelle gioie della mia prima sega.
Poi d'un tratto, proprio mentre inarcavo il sedere all'indietro, all'apice dall'eccitazione, lui con la mano sinistra mi blocca la caviglia tenendo nella presa anche i pantaloni del pigiama, che inevitabilmente calano verso il basso mentre io proseguo col mio movimento, e mi ritrovo col culo completamente scoperto, nudo, davanti ai suoi occhi e al suo cazzo eretto prossimo all'orgasmo.
Marco sborro', sborro' così tanto da schizzarmi il culo ed inondarmi i piedini coi suoi fiotti di seme caldo. Ansimo' forte, venne intensamente che mi strinse ancora più forte facendomi male.
Alla sensazione della sborra calda su di me, però, venni anche io.
Poche gocce, ma fu così intenso che abbi degli spasmi.
Lui mi lasciò e alla fine mi calmai.
Senza fare una piega, si puli con il lenzuolo, si girò dall'altra parte, e si addormento' lasciandomi sporco di sborra e col culo scoperto.
Stanco, tirai a me la coperta, coprendomi fino alla testa.
Vidi le sue mutande al lato del letto, le raccolsi e le portai al naso.
Mi inebriai, e mi masturbai ancora.
Lo rividi 25 anni dopo.
Al matrimonio di Serena.
Era sempre bello, aveva i baffi, una moglie e due bambini.
Mi riconobbe, ma non ci dicemmo una parola.
Lo seguii poco dopo in bagno, e sempre senza parlare, gli svuotai quel cazzone nella mia bocca prima ancora di sederci a tavola per l'antipasto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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